Il 5 maggio di 200 anni fa, con Napoleone, moriva uno degli “architetti” del sogno “unità europea”. Non era il primo e non fu l’ultimo. Prima di lui ci aveva provato o Giulio Cesare, Carlo Magno e altri fino a Hitler nel secolo scorso. Seppure con modalità diverse il tentativo, allora fallito, puntava sulla prevalenza dell’uso delle armi per riunificare il continente.
A inizio anni ‘50 ci hanno riprovato i Padri fondatori dell’attuale Unione Europea e da settant’anni questa nuova avventura pacifica si sta sviluppando senza il ricorso alla violenza delle armi, ma anche confrontata a conflitti di interesse tra i Paesi membri UE. Ci sono stati in questi ultimi tempi segnali di un nuovo rilancio del processo di integrazione europea che fanno ben sperare.
Perché l’UE è una bicicletta, se non pedali cadi, con il rischio che anche l’UE possa morire come Napoleone a Sant’Elena.
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