Boves – La pace si costruisce dal basso, dalla singola persona inserita nel contesto in cui opera quotidianamente. E’ questo il pensiero che sintetizza l’edizione 2023 della Fiaccolata che ogni 1 gennaio celebra la Giornata Mondiale della Pace. “Luoghi di dialogo e di pace” è stato il titolo della manifestazione che ha voluto portare alla ribalta posti significativi per il territorio e per la quotidianità.
Nell’intervento introduttivo la coordinatrice della Scuola Alessandra Liberio ha sottolineato come il valore della pace sia collegato alla cura e alla protezione della vita, al rispetto delle diversità e allo sviluppo individuale della persona. Il parroco don Bruno Mondino, affiancato da Angelo Begnamino (Comunità Evangelica) ha detto che la pace esige uno sforzo da parte di ciascuno per capirsi e perdonarsi. Uno sforzo che deve partire dalle famiglie.
I partecipanti hanno poi intrapreso il cammino raggiungendo luoghi fondamentali per la comunità. Davanti alla Casa della Salute, l’infermiere Giorgio Falco ha sottolineato l’importanza della parola “empatia” per sorridere e ascoltare gli altri. Le suore della fraternità che abita il Monastero di Santa Chiara hanno rimarcato i termini fratellanza e comunione. La tappa successiva ha coinvolto le scuole. Qui insegnanti e alunni hanno sottolineato come l’Istituto sia luogo di confronto e integrazione fra bambini di diversa nazionalità.
Davanti alla Scuola di Pace Francesco Miglietti ha portato a riflettere sulla parola “ascolto”. Ascolto e dialogo che devono cominciare già nelle nostre case.
Impegno civile, rivolto soprattutto ai tanti giovani presenti, è stato l’invito del sindaco Maurizio Paoletti nell’intervento in piazza Italia. In un veloce passaggio davanti alla chiesa di San Magno don Bruno ha riportato l’attenzione su don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo che ebbero il merito e la capacità di non scappare, stare al loro posto e nel loro ruolo. Successivamente la carovana ha raggiunto la Casa di Riposo. Ospiti e personale della struttura hanno posto l’attenzione sugli sguardi, sui gesti, sulla gratitudine e sulla gentilezza. Ultima sosta è stata in prossimità di un condominio di piazza Italia. Qui Carla Delerba ha sottolineato come la pace debba “Unire e piantare, seminare insieme per mettere a dimora una pianta che durerà più di ciascuno di noi”.
Tutti gli interventi hanno ribadito come ciascuno, nella sfera personale, possa diventare operatore di pace lavorando quotidianamente per il bene comune.