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Lunedì 11 novembre 2024

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“Si è voluto tenere indietro l’ospedale di Cuneo per volontà politica”

Lo afferma il Pd con l'ex direttore del Santa Croce Bedogni, mentre il partito attacca Cirio e Icardi per "il gioco delle tre carte" sugli ospedali

La Guida - “Si è voluto tenere indietro l’ospedale di Cuneo per volontà politica”

Cuneo – Il Pd cuneese non  risparmia colpi alla gestione sanitaria della giunta Cirio-Icardi, giudicata, “senza programmazione e senza trasparenza” che rimanda risposte che non sa dare. Ma anche di favorire solo Alba a discapito del resto della provincia e il privato a discapito del pubblico.

“L’ospedale hub della provincia è Cuneo. Verduno con questo governo regionale attacca e rosicchia, ma il piano regionale sanitario non sono riusciti ancora a cambiarlo. Cirio sta solo prendendo tempo per risposte che non sa dare. E purtroppo chi dovrebbe spingere insieme a Cuneo, ovvero il presidente dell’assemblea dei sindaci (Marco Gallo, sindaco di Busca, ndr) non lo fa perché è troppo impegnato con lui in una campagna elettorale preventiva. Anche sull’ospedale di Savigliano annunciano trionfanti i 7 milioni per la progettazione, peccato che ne manchino 30 per acquisire i terreni, nonostante sia una delle due condizioni necessarie per avere i fondi Inail. Adesso basta con le parole passino ai fatti”. Non fa sconti a nessuno Il segretario del Pd provinciale e sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni, nell’introduzione alla serata di dibattito sull’“Ospedale di Cuneo, lo stato dell’arte e prospettive future” organizzata dal Pd ieri sera, lunedì 23 ottobre, in Provincia. Una serata proseguita con l’intervento di Corrado Bedogni, che traccia un percorso “storico” sul Santa Croce che conosce bene, essendone stato direttore generale, ma anche su Savigliano, dove vive e dove ha lavorato. Bedogni parla come esperto ma anche come neo tesserato Pd,  dice “mi sono iscritto quando Meloni è salita al potere, me lo ha dettato la coscienza”.

Per Bedogni l’ospedale unico a Cuneo è necessario ed è necessario non averne due e “tanto meno tre come vorrebbe Bongioanni con la torre sulla piazza dell’Inps e il mio amico Sturlese con il Santa Croce ristrutturato e ampliato. Nel 2018 avere il doppio ospedale ci costava in più, 4,5 milioni all’anno. Se l’allora assessore avesse dato ascolto a me e al sindaco Federico Borgna che gli chiedevamo un incontro per chiudere la partita nuovo ospedale, avremmo già risparmiato 20 milioni e l’ospedale sarebbe in costruzione. Così non è stato. Cirio in questi anni, cambiando la legge regionale ha dato cose ad Alba che non dovrebbe avere,  la chirurgia plastica, vascolare e una specie di malattie infettive, che sono strutture non da ospedale spoke ma che costano e tolgono risorse a Cuneo. Ma oltre alle persone è la struttura che fa la qualità in sanità e Cuneo è una di queste perché solo Cuneo garantisce la sicurrezza del dopo per ogni tipo di operazioni complesse, per gli altri ospedali della provincia, sia chiaro, non avviene”.
Continua Bedogni: “Cuneo lo si è voluto tenere indietro, è una chiara volontà politica per andare verso il PPP che costerà alla fine, con la gestione, un miliardo e 200 milioni. Eppure l’Ires della Regione attesta che il 95% dei PPP in sanità falliscono. Il PPP di Cuneo ha valori sballati: 2 milioni all’anno di manutenzione straordinaria di un edificio nuovo, ma anche 14 milioni di costi energetici in una struttura nuova ed efficientata contro i 9 attuali di una struttura vecchia, dovrebbero dimezzarsi i costi. La Regione ha fatto in fretta ha versato tutte le colpe sulla Azzan ma non racconta la verità: chi deve dichiarare l’interesse pubblico? Tutti i PPP devono essere autorizzati dalla Regione, l’Aso ne ha fatto richiesta ma la risposta è mai arrivata? La Regione deve farsi carico dei conti ma non c’è ancora in tutti questi anni un atto ufficiale a riguardo. La responsabilità dei ritardi è solo della Regione. Come un direttore generale può assumersi la responsabilità di un atto così se non ci sono i soldi?  Siamo in ritardo ma forse ancora in tempo per virare sull’Inail ma questa giunta vuole dilazionare e gli manca una programmazione e la trasparenza. Ha fatto un debito in sanità di 200 milioni e non credo possa scamparla il prossimo anno dal Piano di rientro”.

E Bedogni ne ha anche per l’ospedale di Savigliano: “Non crediate che per Savigliano vada meglio. I 7 milioni dati per la progettazione li hanno presi dall’anticendio e antisismica dei tre ospedali che nei prossimi dieci anni non avranno manutenzioni per la sicurezza”.

Dopo la presentazione dei risultati del tavolo di lavoro sulla sanità attivato dal Pd in provincia da parte di Guido Chiesa e Maurizio Arduino è toccato a Chiara Gribaudo, parlamentare, vice presidente del Pd, e sfidante in pectore di Cirio per le prossime regionali chiudere la serata. Lo ha fatto attaccando quattro anni di gestione sanitaria regionale: “Cirio ha fallito completamente sulla sanità, continua a fare il gioco delle tre carte sugli ospedali, dividendo e mettendo in concorrenza i territori. Il risultato è la promozione del privato, la rinuncia alla sanità pubblica, l’abbandono dei medici con l’aumento di gettonisti, che sono l’antiparadigma della cura e la rinuncia di specializzandi solo in Piemonte (appena 7 nell’emergenza). Sono contraria anche al PPP che è dimostrato non funziona, come a Novara. L’ente pubblico parla con gli atti e su Cuneo non ce ne sono, non c’è un documento ufficiale regionale ma solo annunci. Basta, bisogna scendere in piazza per dire che così non va”.

dibattito sanità pd

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bedogni, gribaudo, cosio

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