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Mercoledì 6 novembre 2024

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Alla vaccinazione Covid con l’avvocato, un uomo è a processo

L'accusa di interruzione di pubblico servizio e minacce per un fisioterapista saluzzese, il fatto nel settembre 2021

La Guida - Alla vaccinazione Covid con l’avvocato, un uomo è a processo

Savigliano – Con l’accusa di interruzione di pubblico servizio e minacce il fisioterapista saluzzese G. C. è stato rinviato a giudizio davanti al tribunale di Cuneo. I fatti risalgono a settembre 2021, in piena campagna vaccinale per il contrasto della diffusione del Covid, e proprio in merito alle garanzie sulla natura del vaccino si verificò la discussione all’interno dell’hub vaccinale (nella foto, la struttura utilizzata durante il periodo delle vaccinazioni). Dopo aver richiesto preventivamente la presenza del proprio avvocato – l’attuale sindaco di Savigliano Antonello Portera che inizialmente aveva declinato l’invito ritenendo la propria presenza inopportuna – l’uomo si era recato all’hub in compagnia di una collega e aveva chiesto che la dottoressa di turno sottoscrivesse una dichiarazione in cui si confermava che il vaccino che gli stava per essere somministrato non si limitasse all’attenuazione degli effetti più gravi, ma fosse in grado di prevenire la malattia, così come previsto dalla legge.
Al rifiuto della dottoressa di sottoscrivere una tale dichiarazione a cui non era autorizzata, l’uomo ritelefonò al proprio avvocato che a quel punto intervenne per cercare di risolvere pacificamente la situazione: “L’atmosfera era tesa – ha riferito in aula il sindaco Portera – e ho suggerito che la dottoressa mettesse per scritto che lei non era autorizzata e che il signor G. C. avrebbe potuto rivolgersi all’ufficio legale della Asl rinviando la vaccinazione”. Quando la soluzione sembrava essere stata trovata, l’attuale imputato avrebbe detto all’avvocato di sentirsi violentato: “Gli dissi che avrebbe potuto far presente ai sanitari che questo era il suo stato d’animo – ha aggiunto in aula il sindaco – e che non ce l’aveva con loro, ma quando lo ha ripetuto ad alta voce, è stato percepito in modo diverso, come un attacco ai sanitari presenti e allora l’ho preso per un braccio e l’ho portato via”.
Il testimone ha negato di aver sentito il proprio assistito paragonare quella situazione ai nazisti nei campi di concentramento e  in merito alla mail che l’uomo avrebbe successivamente inviato alla dottoressa, il sindaco ha detto al giudice: “Sì, per conoscenza l’ha mandata anche a me e se lo avessi saputo prima lo avrei sconsigliato; ero convinto che con quella dichiarazione la questione fosse in via di soluzione”.
Il processo è stato rinviato al 6 giugno per l’esame dell’imputato e la discussione.

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