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Sabato 2 novembre 2024

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Spaccio di cocaina in Cuneo e dintorni, condannato a tre anni

Si è concluso il processo a carico di un uomo accusato per vari episodi. Nel processo era spuntato anche l'ingente debito di un cliente

La Guida - Spaccio di cocaina in Cuneo e dintorni, condannato a tre anni

Cuneo – Si è concluso al tribunale di Cuneo il processo per spaccio di droga a carico di B. A., cittadino albanese residente in città da molti anni, accusato di aver spacciato regolarmente cocaina fra il 2018 e il 2019. Vari gli episodi contestati e riferiti agli inquirenti dai clienti dell’uomo che era sufficiente raggiungere con un messaggio su Whatsapp per avere un appuntamento e la dose di cocaina richiesta, che l’imputato teneva nascosta nel frontalino dell’auto. Un cliente aveva riferito di aver acquistato droga da B. A. per molto mesi, circa cinque grammi ogni dieci giorni al prezzo di 60-80 euro al grammo e di aver accumulato un debito con il suo fornitore di circa 1.800 euro. Proprio in riferimento a questo episodio di spaccio era legata anche l’accusa di estorsione, dal momento che l’imputato, secondo il racconto del suo cliente, avrebbe preteso la consegna dell’auto della sua fidanzata per sanare il debito. In aula il teste e la sua fidanzata avevano ridimensionato la portata di quella discussione, parlando di toni accesi che però si erano subito placati. Per il pubblico ministero, che aveva derubricato l’episodio in un tentativo di estorsione, il fatto era stato comunque provato perché il cliente aveva riferito di essere stato afferrato per il collo e minacciato: “Sono gesti tali per cui non è possibile parlare di trattativa”. Secondo il pubblico ministero Attilio Offman gli episodi di spaccio erano stati provati e tali da richiedere la condanna a sette anni e sei mesi di reclusione e 30.000 euro di multa. Per l’avvocato Giulia Dadone invece, trattandosi di un processo per spaccio, era stata trovata pochissima droga (una sola dose sequestrata in un episodio ammesso dallo stesso imputato): una situazione tale da riconsiderare il reato nella fattispecie della lieve entità, richiesta accolta dal giudice che ha assolto l’imputato dal reato di estorsione e ha riformulato l’accusa in spaccio di lieve entità, condannando l’imputato a tre anni e un mese e 5.000 euro di multa, con interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

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