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Giovedì 12 dicembre 2024

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Movida a Cuneo, attesa la sentenza per le titolari di due locali

Accusate di disturbo al riposo, per il bar Mirela in piazzale Libertà e per l'ex Chicken King’s Latino in via Silvio Pellico. Il 21 maggio la sentenza

Cuneo

La Guida - Movida a Cuneo, attesa la sentenza per le titolari di due locali

Dopo la richiesta di assoluzione avanzata dall’accusa nel processo a carico delle titolari del Chicken King’s di via Pellico e del bar Mirela di piazzale Libertà, accusate di disturbo della quiete pubblica in seguito alla querela presentata da alcuni residenti nel periodo 2020-2021, nel corso dell’ultima udienza è stato dato spazio alle repliche della parte civile rappresentata dall’avvocato Claudio Massa e della difesa sostenuta dall’avvocato Aldo Serale. Per il pubblico ministero infatti le titolari di due locali dovrebbero essere assolte dalle accuse loro contestate in quanto “stavano conducendo un’attività lecita, forti dei permessi in deroga rilasciati dal Comune ed essendosi anche attivate affinché gli schiamazzi non arrivassero oltre una certa soglia, interessandosi alla insonorizzazione del locale con il proprietario che però non era mai andato oltre una manifestazione di interesse, e allertando le forze dell’ordine quando si presentavano avventori molesti o passanti rumorosi”.“Considerare una forma di resipiscenza attiva la sostituzione della vetrata del bar Mirela non è corretto – ha replicato l’avvocato Massa – perché nel 2014 erano state modificate le norme Cee sui requisiti delle vetrate dei locali che dovevano essere antisfondamento e comunque senza effetto sull’insonorizzazione”. Per l’avvocato di parte civile, le misurazioni eseguite da uno dei residenti avevano dimostrato che il differenziale tra il normale rumore notturno di 38 decibel e quello di 60 decibel registrato durante una delle serate di karaoke al bar Mirela, erano decisamente superiori ai tre decibel consentiti dalla legge. “Per il Chicken King’s – ha proseguito Massa – ci sono le prove circostanziate dei vicini di casa che abitavano sopra il locale che sentivano le vibrazioni provenienti dal locale. Il fatto che il proprietario non voglia fare lavori di insonorizzazione non significa che io non debba rispettare i limiti di emissione”. L’avvocato che aveva rappresentato i residenti anche nelle cause vincenti contro il Lucertolo’s e gli Ex Lavatoi ha sottolineato infine come da parte dei residenti non ci sia alcun intento vendicativo: “Non è una rivalsa contro le due imputate ha concluso l’avvocato Massa -; le precedenti condanne al risarcimento mai messe in esecuzione sono state usate come deterrente per tutelare i diritti dei cittadini alla salute”. Dal canto suo l’avvocato Serale ha ribadito quanto già detto nella scorsa udienza associandosi alla richiesta di assoluzione avanzata dall’accusa riguardo al fatto che non era mai stata fatta una valutazione ufficiale della soglia del livello del rumore, “che sappiamo tutti spetta solo all’ente preposto che è l’Arpa e che non fu mai eseguito in quel contesto. Inoltre l’incidenza sulla tranquillità pubblica deve essere reiterata, continuativa, mentre qui parliamo di un karaoke che si svolgeva ogni 15 giorni nel fine settimana e solo nel 2021”. L’avvocato ha concluso sottolineando che nessun querelante aveva prodotto certificati medici che attestassero una conseguenza sulla propria salute e che le due titolari non avevano alcun potere di controllo sulle persone che giravano nella zona della stazione, ma si erano comunque sempre adoperate per limitare i fastidi dei passanti poco appropriati”. La sentenza è attesa per il 21 maggio.

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