Gli interni del castello di Verzuolo riflettono le molte trasformazioni che hanno caratterizzato la storia dell’edificio, dal 1377 fino ad oggi. Di particolare interesse è il salone d’onore che accoglie i visitatori al momento del loro ingresso nella struttura: il soffitto, caratterizzato da tre volte a crociera tardomedievali, e i suoi intonaci risalgono al 1477 e all’ampliamento voluto dal marchese Ludovico I di Saluzzo e da suo figlio Ludovico II. In precedenza, trattandosi di una struttura militare, la copertura era in semplice legno. Lo sfarzoso camino del salone è invece seicentesco, ed è stato effettivamente utilizzato per riscaldare gli interni. Alla definitiva transizione seicentesca da castello a palazzo signorile voluta dall’abate Silvestro della Manta è da ricondursi anche l’elaborato scalone in pietra: si tratta di uno degli elementi architettonici più pregiati del complesso, e riflette il gusto dell’età barocca. I serramenti, caratterizzati da quello che gli addetti ai lavori definiscono “verde Piemonte” risalgono alla fine del Settecento.
Intorno agli anni Quaranta del 1800, nel periodo di massima fioritura del castello, vengono invece realizzate le decorazioni e i fregi del salone in stile neogotico, verosimilmente dalle medesime maestranze che lavorarono anche agli interni dell’antica parrocchiale.
Con la diffusione in tutta Europa del Romanticismo, erano da poco tornati in auge il mondo medievale e il suo stile architettonico caratterizzato da guglie e archi a sesto acuto: si parla in proposito di neogotico flamboyant (“fiammeggiante), un linguaggio caratterizzato da linee sinuose, trafori e sagome simili a lingue infuocate. La tecnica utilizzata consiste nella stesura di un fondale color giallo paglierino direttamente sull’intonaco della volta, per poi applicare in grigio e bianco le decorazioni, che richiamano quelle delle grandi cattedrali gotiche.
A impreziosire il risultato finale vengono poi aggiunti dettagli in blu, arancione e verde. Per quanto riguarda i profili architettonici esterni, anche la torre di Valfrigida, così come quella ora abbattuta del Belvedere, presenta merlature e finestre tipiche dello stile neogotico, che ben si integrano nel preesistente linguaggio medievale della costruzione. L’unico elemento novecentesco del salone d’onore è il rivestimento in cemento che ricopre – e probabilmente conserva – l’originale pavimento in cocciopesto decorato: un esempio si può ammirare negli altri ambienti del piano terreno. Ai piani rialzati, di particolare pregio è invece il letto a baldacchino con lo stemma del marchesato di Saluzzo e della Manta, oltre alle elaborate decorazioni neogotiche che riprendono e ampliano quelle del salone.