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Sabato 19 aprile 2025

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Anello “partigiano” con il lago delle rane

Escursione lungo i sentieri percorsi dai combattenti per la libertà

La Guida - Anello “partigiano” con il lago delle rane

Il sentiero

Anche quest’anno per la Val Maira viene proposto un sentiero ad anello, ancora senza nome e forse un po’ meno noto di altri. Per evitare l’alta valle in stagione turistica, con i suoi lunghi tempi di percorrenza e il suo traffico, non è una cattiva idea scoprire i bei sentieri di bassa e media valle che, pur non arrivando a quote notevoli, possono dare soddisfazioni. La meta conclusiva del Lago delle rane è ormai tornata di moda, ma forse non tutti conoscono questo itinerario ad anello per raggiungerlo che, partendo da Paglieres, passa dal rifugio Detto Dalmastro e poi ritorna al punto di partenza con una comoda carrareccia. È un sentiero non troppo lungo (12-13 km circa) e con pendenza modesta, ma denso di storia; ripercorre i luoghi (segnati con pannelli) della II divisione GL della Val Maira che proprio alla frazione Santa Margherita di Dronero aveva una della sue basi.

Come arrivare

Da Cuneo a Dronero per la strada provinciale 422, che diventa successivamente strada della Val Maira, fino a San Damiano Macra. Si svolta poco dopo a sinistra in direzione Paglieres, passando il Maira su un ponte e si sale fino al paese dove si lascia l’auto sul piazzale della chiesa.

L’itinerario

Dalla chiesa di Paglieres a m 1.180 eviteremo la strada asfaltata che continua per le borgate superiori (e che percorreremo al ritorno) e facciamo una prima sosta alla fontana accanto alla quale una lapide ricorda l’eroica figura di Jean Lippmann (“Lorrain”), il comandante maquisard che qui si era stabilito e che si era unito ai GL nel 1944 dopo i Patti di Saretto, dopo di che scendiamo di un tornante per imboccare il sentiero Nini Acchiardi, partigiano garibaldino in Val Maira. Il cammino prende il nome di un garibaldino, anche se in realtà ci addentriamo in una zona che apparteneva alle brigate GL (Giustizia e Libertà) di cui Detto Dalmastro, a cui è intitolato il rifugio che andremo a raggiungere, era il comandante in valle. Attraverseremo presto una borgata di pietra abbastanza diroccata, Filoira, il cui nome ricorda che qui probabilmente si filava la canapa. Nella borgata rimane un forno e brandelli di un affresco, e ancora oggi è abitata da una sola persona per tutto l’anno. Poi, con un sentiero che si mantiene in quota, proseguiremo per un bosco in cui si scorgono i segni delle recenti nevicate tardive e arriveremo a una cascatina, particolarmente ricca di acqua dopo questa primavera piovosa.

Il sentiero taglia poi una bella faggeta, con pochi esemplari di conifere in sofferenza, e in leggera salita arriverà a scollinare in prossimità del rifugio Detto Dalmastro (m 1.350). Ci troveremo in una zona dedicata alla memoria dei partigiani GL attraverso varie lapidi (dei caduti, della celebre poesia di Piero Calamandrei) che ricordano le vicende dei 20 mesi in Val Maira. Grazie all’iniziativa di Mario Pellegrino (Grio), il medico della formazione, essi decisero di edificare nel dopoguerra un rifugio che è stato recentemente ristrutturato dal Comune di Dronero e dato in gestione a Roberto Menzio, che vi accoglierà gentilmente per uno spuntino o una polenta. È notevole dal rifugio la vista della pianura (splendida di notte) e fa capire come i partigiani avessero scelto oculatamente la borgata come base, potendo da qui scorgere ogni movimento in valle. Santa Margherita all’epoca della guerra aveva anche un’osteria che diede grande aiuto ai partigiani, e oggi, grazie all’attività di una coppia di droneresi, contiene una “stanza della memoria” che conserva libri, opuscoli e fotografie della Resistenza in Val Maria, assolutamente da visitare (chiedere al gestore del rifugio).

Si riprende poi il cammino e tornati brevemente sui nostri passi prenderemo il sentiero con le indicazioni per Assarti, borgata in parte distrutta che si trova in magnifica posizione di fronte al rifugio e che fu teatro della morte tragica di due giovani partigiani. Dalle case più alte di Assarti il sentiero per il laghetto della rane piega decisamente sulla destra con una salita che diventerà un poco più ardua a poco a poco e ci porterà in una mezz’oretta sul punto più alto del nostro cammino, dominante la conca del lago. Da qui eviteremo i sentieri sulla sinistra, che ci porterebbero ancora più in alto e in ultimo svalicherebbero in Val Grana, e tagliando di nuovo il bosco con una leggera discesa, un poco scivolosa dopo queste piogge, raggiungeremo finalmente la nostra meta. Introdotto da un faggio isolato e ampissimo, il lago, a m 1.480 di quota è basso e verdastro con acqua un po’ ferma, ma con bei riflessi del cielo e delle montagne circostanti. La radura intorno, usata a pascolo, sarà un paradiso per chi vorrà cogliere orle (Bonus Enricus), come si chiamano da noi gli spinaci selvatici. La discesa dal lago è molto semplice e avviene aggirandolo sulla destra e raggiungendo la piccola grangia di legno: da qui una carrareccia riporterà a Paglieres in un’ora, attraversando alla fine alcune borgate in parte ristrutturate e abitate soprattutto in estate.

Distanza totale: 12 km circa.
Dislivello: 400 m circa.
Tempo di percorrenza: 3-4 ore (ma ci sono abbondanti occasioni per pause rilassanti).
Grado di difficoltà: E (adatto veramente a tutti).

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