Grigio è il mondo senza parole in cui vive Rim, una bambina curiosa, sveglia, che proprio non sa stare al posto che qualcuno ha riservato dall’alto a lei come a tutti gli altri cittadini. La sua passione sono le parole e in particolare una, “curiosità”. E ovviamente si caccia nei guai. Le parole, a dir il vero, ci sono, ma sono tenute in gabbia. Ne viene addirittura fatto commercio. Alcune anzi diventano così preziose da non potere neppure essere pronunciate.
Poi c’è un mago, Oblivio, eminenza grigia alla corte del re, che tiene prigioniere un’infinità di parole in una stanza segreta. E c’è un vecchio un po’ strambo, Witzold, che invece da sempre cerca di restituire loro la libertà, anche a costo di essere trasformato in salamandra. Tra questi due personaggi finiscono Rim e il suo amico Pun, allorché un po’ per curiosità un po’ perché intuiscono che la situazione è insostenibile, si impegnano nell’impresa di restituire la libertà alle parole.
Un’avventura tra pozioni magiche, eteree figure misteriose, che diventa, senza però sbandierarlo, un inno alla libertà, non a caso la parola più luminosa.
Ha il sapore di una fiaba moderna questa storia che rifugge da ogni didascalismo, anche se il messaggio veicolato è abbastanza evidente. È sufficiente guardare all’abilità con cui il romanzo riesce a dare corpo alle parole per rendersi conto quanto l’autrice non perda mai di vista l’elemento fantastico. A ognuna con estrema originalità sono riservati specifici attributi fisici, persino un proprio carattere. Un racconto capace conservare in ogni momento la sua freschezza.
Rim e le parole liberate
di Maddalena Vaglio Tanet
Editrice Rizzoli
euro 16,5





